Vino, puoi dire addio per sempre al tuo perfetto alleato: il motivo è davvero orripilante | Vergogna inaudita
Che cosa sta succedendo al vino in Italia? Ecco tutto quello che sappiamo.
Vinitaly si è concluso da poco e un vino particolare ha attirato un certo interesse alla fiera internazionale.
La Cantina Sociale Colli Fiorentini di Val Virginio a Montespertoli ha messo in mostra le proprie etichette di rosso Docg Chianti e anche il processo di produzione che ha visto un investimento di un milione di euro nell’energia pulita prodotta dai pannelli fotovoltaici.
“Impegno notevole – ha spiegato il presidente Ritano Baragli, sentito in merito – che stiamo sostenendo, e che comunque ha suscitato interesse. Anche i vini hanno suscitato interesse, ma dobbiamo dire che l’essere circondati da guerre non fa bene al nostro tipo di economia”. “Dal calo degli acquirenti alla svalutazione delle etichette, dalle divisioni interne alla guerra all’alcool. Il settore del vino sta vivendo un periodo di grande difficoltà, e Vinitaly per noi non è solo un’occasione di incontro coi nostri clienti esteri, ma anche di discutere attivamente di queste problematiche. Il mercato è fiacco e, nonostante gli sforzi di Fiera Verona, al Vinitaly ci sono 4300 espositori e 1200 possibili compratori”.
“Ci sono troppi venditori rispetto agli acquirenti, dobbiamo riuscire a dare il giusto valore al vino che vendiamo e al vino dei nostri soci, non possiamo svenderci in un mercato che è diventato troppo agguerrito. Il ceto medio ha perso potere d’acquisto e tutto il mondo del vino ne sta risentendo, ma le divisioni non servono. Noi continuiamo a puntare sulla cooperazione per dare futuro alle aziende che da sole non andrebbero da nessuna parte”.
Il vino senza alcol
“Sappiamo – dice a Today.it Chiara Soldati, presidente del Comitato Aspetti sociali del consumo di bevande alcoliche di Federvini – che il 56 per cento della popolazione mondiale per motivi diversi non beve vini ed è un dato interessante per i produttori. Il dealcolato rappresenta un nuovo segmento. È un po’ il vino che non c’era. Abbiamo anche l’esperienza delle birre dealcolate e avere un quadro normativo che consenta alle aziende di scegliere sarebbe importante anche per l’equilibrio delle filiere”.
Chi ha in produzione dealcolati in Italia agisce all’estero perché non c’è un regolamento chiaro e definito.
Una testimonianza
Bisogna dunque star dietro alle richieste di mercato.
Martin Foradori Hofstätter, viticoltore dell’omonima tenuta altoatesina, dal 2021 produce Steinbock Zero Sparkling. “Non è un succo d’uva, ma una bollicina ottenuta da vino – puntualizza – All’interno di un’apparecchiatura viene ridotta la pressione atmosferica (a circa 15 mbar) e con ciò abbassato anche il punto di ebollizione dell’alcol da circa 78° C a circa 25-30° C. Alla fine del processo, si ottiene una bevanda con un contenuto alcolico inferiore a 0,25 Vol %”.