Femminicidio in Valfloriana, il killer di Ester Palmieri è l’ex marito
Omicidio-suicidio in Trentino. Igor Moser ha ucciso la compagna Ester Palmieri a coltellate e poi si è impiccato.
Nella mattinata dell’11 gennaio 2024, si è consumato un altro femminicidio. La vittima si chiamava Ester Palmieri ed era sposata con Igor Moser, il suo assassino. I due si stavano separando, ma l’aggressore, mosso da gelosia e dalla rabbia, ha accoltellato la ex compagna, facendola dissanguare a morte. Dopodiché, l’uomo si è impiccato.
I due ex coniugi avevano messo su una famiglia: 3 bambini adesso sono rimasti orfani di madre e di padre a causa del femminicidio perpetrato da Moser. Il tutto è successo in una frazione del Trentino, nel comune di Valfiorana, tra le 9 e le 9.15. Lui aveva 45 anni, mentre lei 37.
Il corpo di Igor è stato ritrovato nel pomeriggio dai carabinieri. Il cadavere è stato rinvenuto proprio nei pressi dell’abitazione situata in via Valle, civico 2, a Castello Molina di Fiemme. Le autorità sono state allertate dai vicini, i quali avevano visto che l’aggressore, curiosamente, entrava e usciva dall’appartamento.
Fortunatamente per i bambini, erano a scuola al momento dell’omicidio. I tre hanno 5 e 10 anni e attualmente sono stati portati in custodia presso uno degli zii. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: si è trattato di femminicidio. Ester Palmieri era amata e apprezzata da tutti, ha spiegato il sindaco.
I femminicidi in Italia
“Aveva appena aperto il suo centro olistico specializzato e aveva trovato la felicità in un lavoro che le piaceva. Amava i suoi tre bambini, amava la sua nuova vita. Qualcuno le ha chiuso la strada” ha spiegato il sindaco di Valfloriana Michele Tonini. La sua dichiarazione ha portato le autorità a credere che il movente del femminicidio, in questo caso, sia il classico senso di gelosia malata nei confronti di una ex partner che ha rimesso in piedi la propria vita dopo la rottura.
Negli ultimi mesi, l’Italia è stata scossa da un altro femminicidio, quello perpetrato ai danni di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta. Ciò che ha sconvolto l’opinione pubblica è stata l’età anagrafica del colpevole: un giovane che, culturalmente, avrebbe potuto avere tutti gli strumenti per diventare un cittadino sano della società.